Disturbi alimentari: alle Terme una risposta per la salute e il benessere

La dottoressa Simona Chierici, medico chirurgo, nutrizionista, e specialista di Medicina estetica, alterna l’attività legata alle sue competenze con le visite di ammissione alle cure termali. Fa quindi parte del gruppo di professionisti che riceve le persone al loro primo accesso nel centro termale.

“I pazienti arrivano con l’impegnativa del medico di famiglia. Noi siamo il primo riferimento all’interno del centro termale – racconta la dottoressa Chierici -. In pratica facciamo una prima visita, consultiamo i referti di precedenti visite o esami, verifichiamo eventuali cure farmacologiche in corso. Quindi, in base alla situazione sanitaria della persona, definiamo il percorso termale più idoneo. Nello stesso tempo, se durante la visita emergono situazioni particolari, che vanno oltre la richiesta del medico di famiglia, consigliamo il consulto anche con un altro professionista”.

Tra i vari pazienti visitati dalla dottoressa Chierici vi sono quelli che soffrono di fibromialgia e che sono indirizzati alle Terme grazie ai corsi di AMRER, l’Associazione Malati Reumatici Emilia Romagna. “Grazie all’Associazione e alle Terme, coloro che soffrono di questa patologia possono godere di un percorso specifico in piscina seguiti a bordo vasca da un operatore che dà indicazioni sui movimenti corretti da svolgere. Il mio compito è anche di verificare i miglioramenti di ognuno di loro. In questi anni di lavoro ho visto persone che camminavano a fatica e si muovevano con una grande rigidità, ma che dopo il corso riuscivano a camminare normalmente. Parliamo di una malattia piuttosto subdola, alla cui diagnosi ci si arriva quasi per esclusione. Ma soprattutto è una malattia per la quale non vi è una terapia specifica, quindi la ginnastica in acqua termale è uno dei metodi che permette di raggiungere degli ottimi risultati”.

Tuttavia il terreno specifico su cui interviene la dottoressa Chierici è quello dei problemi legati alla nutrizione, in particolar modo l’obesità e della Medicina estetica leggera (cioè ad esclusione degli interventi di chirurgia). 

I disturbi alimentari

“Al di là delle competenze specifiche, questo è un campo con notevoli implicazioni di carattere psicologico. Le persone che arrivano al Poliambulatorio delle Terme solitamente sono in sovrappeso o addirittura obesi. Di solito è il loro medico, che è sempre il primo punto di riferimento, a proporre un certo tipo di percorso, anche sulla base degli esami eseguiti. Oppure è il cardiologo, che, dopo una visita, consiglia al paziente di perdere peso. Altri, infine, possono arrivare direttamente dopo un percorso che hanno già svolto alle Terme con ortopedici e/o fisiatri, i quali di fronte ad una situazione di obesità consigliano una consulenza con la nutrizionista”. 

Diventa molto importante anche l’affiatamento tra i diversi professionisti. 

“È vero. Vi sono pazienti che effettuano terapie nelle acque delle piscine termali dopo una caduta o un trauma seguito da un intervento chirurgico, e sono seguiti dagli ortopedici o fisiatri del Poliambulatorio. Oppure altri che chiedono una consulenza cardiologica. Questi colleghi sanno bene che per le persone in sovrappeso la fisioterapia o la pillola per la pressione da sole non bastano, allora propongono un altro tipo di percorso legato all’alimentazione. Nello stesso tempo se, invece, arrivano direttamente da me e mi parlano di dolori alle articolazioni o di problemi circolatori sono io a proporre loro una consulenza con i miei colleghi. C’è una forte sinergia fra le varie competenze all’interno delle Terme, proprio per garantire la risposta migliore ai problemi di ogni singola persona”. 

Che tipo di persone si trova di fronte?

“Sono persone che innanzitutto mostrano un disagio psicologico, le disfunzioni alimentari di solito nascondono altre problematiche. Sono molto indifese, impaurite, scaricano sul cibo disagi di altro genere, tanto che a volte propongo e chiedo il supporto di uno psicologo. In generale sono pazienti che vedo periodicamente per il controllo del peso, della pressione, di eventuali esami e per verificare la corretta applicazione dello schema alimentare che abbiamo definito. Spesso integro il tutto con una terapia naturale”.

Disturbi alimentari: il rapporto tra obesità, ipertensione e colesterolo

Che rapporto c’è tra obesità, ipertensione e colesterolemia?

“L’obesità porta con sé tutta una serie di problematiche che possono poi avere conseguenze anche gravi, quali l’ipertensione, la colesterolemia e il diabete. I trattamenti che si fanno alle Terme possono aiutare a mantenere sotto controllo questi valori, ma il punto di partenza è sempre quello legato ad una corretta alimentazione e ad una costante attività fisica. Certo, quando i pazienti arrivano da noi con l’ipertensione non promettiamo miracoli, ma si possono ottenere dei benefici, soprattutto se riusciamo a raggiungere un calo di peso importante abbinando una sana e giusta alimentazione al movimento. Ci sono pazienti che in questo modo sono riusciti anche a ridurre il dosaggio dei farmaci. Il tutto chiaramente in stretto contatto con il medico di famiglia e il cardiologo”. 

E per il colesterolo? 

“Per quanto riguarda il colesterolo, alle Terme di Castel San Pietro proponiamo un percorso utilissimo che, attraverso un mix di interventi tra alimentazione, integrazioni naturali e attività fisica, può aiutare il paziente anche ad evitare di assumere la statina o comunque a diminuire la frequenza della sua assunzione. È chiaro che non è possibile generalizzare, perché vi sono diverse problematiche che possono causare l’aumento del colesterolo. Quando ci troviamo di fronte ad un paziente che mangia bene, è calato di peso, ha fatto una buona integrazione naturale, ma il colesterolo resta alto, allora in collaborazione con i medici che lo seguono si decide il tipo di intervento farmacologico più idoneo”. 

Quali sono le difficoltà ad interagire con persone con problemi di carattere alimentare?

“Intanto non tutti arrivano convinti di voler iniziare questo percorso, quindi devo essere io a stimolarli e fargli capire quali vantaggi possono avere in termini di qualità di vita. A volte i pazienti chiamano e chiedono di spostare l’appuntamento magari di un mese perché non sono stati bravi, allora li devo convincere che è proprio quando non rispettano le consegne che è necessario incontrarsi. In generale però sono bravi, la maggior parte ha costanza, rispetta i tempi e le indicazioni che vengono date. Le soddisfazioni migliori sono proprio quelle legate ai pazienti che iniziano il percorso con scarsa convinzione, e giorno dopo giorno vedi che cambiano approccio, che si auto-motivano vedendo i risultati che raggiungono. La maggior parte prosegue il proprio percorso perché si rende conto che è davvero possibile cambiare e migliorare la salute e la qualità della vita quotidiana”. 

Qual è il retroterra nel quale si sviluppano le problematiche alimentari?

“I fattori sono diversi. Partiamo dallo stress causato dal lavoro e dai ritmi caotici della vita. Correre tutto il giorno, non fermarsi nemmeno 10 minuti, mangiare in fretta o addirittura saltare il pasto. Così, un po’ alla volta il corpo si trasforma e si entra in un disagio psicologico che riduce la cura di sé, la voglia di vestirsi bene, di andare dalla parrucchiera, anche di uscire per andare a cena, al cinema o a teatro. Oppure vi sono importanti problemi famigliari, spesso di coppia, che vengono scaricati sul cibo. Infine, una piccola minoranza presenta problematiche fisiche legate a disfunzioni ormonali, ad esempio durante la premenopausa nelle donne”.

I disturbi alimentari nell’adolescenza

Il problema è più accentuato per particolari fasce d’età?

“Ho a che fare con tutte le fasce d’età. Ci sono molti adolescenti per i quali il problema vero è il mangiare male. Sono spesso a casa da soli perché i genitori lavorano, quindi non riescono ad occuparsi della loro alimentazione, oppure a volte i problemi derivano dall’abitudine di esagerare nelle porzioni o di non variare l’alimentazione come l’età adolescenziale richiederebbe. A volte, quando visito un ragazzino o una ragazzina, chiedo alla mamma di portare anche la nonna, perché si tratta semplicemente di definire un piano alimentare corretto e adatto all’età e di cui i familiari più stretti e che si occupano della loro alimentazione siano a conoscenza. Bisogna capire che l’alimentazione è qualcosa da curare fin da bambini per evitare che si creino quei disagi psicologici dovuti al proprio aspetto fisico. L’esempio classico è quello dell’adolescente fortemente a disagio nello spogliatoio perché ha qualche chilo di troppo ed è quindi necessario agire per evitare che il problema si ingigantisca. Paradossalmente è più semplice avere a che fare con il classico ‘mangione’ perché per risolvere il problema spesso basta lavorare sulla quantità e su una dieta diversificata. Seguo anche persone uscite dal vortice della bulimia e dell’anoressia, uomini e donne che sono state curati in strutture da specialisti con i quali si costruisce un percorso personalizzato con una corretta alimentazione. A volte è proprio la relazione costante con un medico che ti trasmette tranquillità e ti indirizza verso buone pratiche quello che serve per riprendere in mano la propria vita”.

La medicina estetica

Per quanto riguarda la medicina estetica come si interviene? 

“I principali interventi sono la mesoterapia e il trattamento lipolitico. Il primo riguarda in particolare quelle persone che hanno problemi di ritenzione idrica. Consiste nell’iniettare con aghi sottilissimi dei prodotti naturali nel tessuto intradermico, che hanno il compito di disintossicare, eliminando i liquidi in eccesso, e di tonificare la pelle. Il trattamento lipolitico, invece, consiste in un’iniezione sottocutanea di una sostanza apposita che ha lo scopo di agire sulle cellule adipose dei tessuti.
Inoltre quando sorgono problemi alle gambe possiamo intervenire con il percorso vascolare nelle nostre piscine termali e con la pressoterapia, una sorta di massaggio meccanico con una moderna tecnologia che agisce a livello di linfodrenaggio riattivando la circolazione linfatica e sanguigna.
Di solito si mantiene fisso il percorso vascolare termale e poi alterniamo mesoterapia e pressoterapia. Ben presto i pazienti avvertono dei benefici, le gambe sono più sgonfie e riescono a camminare meglio, si sentono più leggeri e questo li incentiva ad agire anche a livello alimentare, che è poi la base dello stare meglio. Inutile fare i trattamenti se poi mantieni un regime alimentare sbagliato.
Sul fronte estetico agisco anche sulle discromie cutanee con l’utilizzo dei peeling chimici per trattare le macchie più superficiali. Per problemi più specifici, ad esempio i nei, viene attivata la dermatologa. Parliamo di interventi che non possono essere fatti in convenzione perché il Sistema sanitario nazionale non lo prevede, tuttavia le fatture dei trattamenti si possono scaricare nella dichiarazione dei redditi”. 

Quali prodotti si usano per questi trattamenti?

“Una particolarità di tutti questi interventi è l’utilizzo in gran parte di prodotti naturali, omeopatici e fitoterapici. Assieme al paziente definiamo il percorso personalizzato di cura e se ci rendiamo conto che potrebbe servire un’integrazione di qualche farmaco, la si concorda insieme. Posso però dire che la maggior parte dei casi vengono risolti prima che si debba arrivare all’utilizzo dei farmaci”. 

Proviamo a tracciare un percorso ideale all’interno delle Terme per chi ha problemi legati alla nutrizione

“Partiamo dalla prima visita durante la quale prescrivere al paziente esami del sangue e altre indagini strumentali, qualora non siano già disponibili, per riuscire inquadrarlo a 360 gradi. Inoltre procedo con una inchiesta per individuare il suo stile di vita, necessario poi a definire uno schema alimentare personalizzato e il tipo di attività fisica. Si lavora per obiettivi, semmai piccoli, ma necessari. Successivamente si comincia con le visite periodiche, tendenzialmente con frequenza di una volta al mese. Nel frattempo, chiaramente, restano aperti tutti i canali di collegamento, qualora ci siano dubbi, incertezze o anche solo per fare il punto della situazione e avere qualche parola di incoraggiamento. Man mano che vengono raggiunti gli obiettivi si allenta anche il rapporto con il paziente. Ci sono persone che seguo ormai da tanti anni che rivedo tre o quattro volte all’anno. Prescrivo loro gli esami, li verifichiamo assieme, definiamo le terapie e i nuovi obiettivi. In tutti questi anni ho capito che gran parte delle persone ha la necessità di sentirsi seguita da uno specialista al quale potersi rivolgere in qualsiasi momento. È questo insieme di cose che porta al risultato e con esso ad un miglioramento profondo della propria qualità di vita”. 

Dottoressa Chierici - Disturbi alimentari
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